Parco Archeologico di Misenum – Teatro Romano

Parco Archeologico di Misenum – Teatro Romano

Il progetto, redatto in collaborazione con gli architetti G. Capuozzo e M. R. Infantino con il geologo Antonio Laudiero, ha riguardato gli “Interventi di Restauro Conservativo e Riqualificazione Paesaggistica del Fronte a Mare del Teatro Romano nel Parco Archeologico di Misenum a Bacoli (NA).
I resti archeologici dell’area dei Campi Flegrei fanno parte di un contesto storico omogeneo che comprende, tra gli altri, anche edifici monumentali sommersi la cui fruizione risulta ovviamente condizionata; la piaga dell’abusivismo edilizio, inoltre, in tempi anche recenti, ha stravolto e/o distrutto importanti testimonianze del passato, impedendo, in alcuni casi, la realizzazione di quei collegamenti, che mettendo in relazione tra loro vari monumenti, ne avrebbero potuto rendere la lettura più comprensibile.
Il Teatro di Misenum risultava essere poco noto perfino agli abitanti locali, probabilmente perché esso insiste nel sottosuolo di una costruzione privata che ne inibisce totalmente l’accesso, da terra, al pubblico.
Gli interventi proposti per il recupero del patrimonio vulnerato sono stati inquadrati in una più ampia logica di recupero, restauro, sistemazione e valorizzazione delle strutture archeologiche presenti nell'area dei Campi Flegrei.
In particolare, è stata evidenziata la possibilità di rispondere alla domanda culturale con il recupero di uno spazio resosi non fruibile, quale il Teatro di Miseno, mediante l’offerta di servizi adeguati alle esigenze dei residenti e dei numerosi visitatori che hanno potuto beneficiare degli effetti derivanti dalla attuazione del progetto.
La soluzione progettuale proposta è stata caratterizzata da un sistema concepito in armonia con l’ambiente circostante e ha consentito, contemporaneamente al ripristino delle condizioni di sicurezza dell’accesso dal mare al Teatro, l’arricchimento delle potenzialità turistico culturali dell’area di Bacoli.
La valenza paesaggistica ed archeologica dell’area in oggetto hanno reso necessario limitare l’impatto delle opere di stabilizzazione e risanamento evitando che interventi sommari portassero a situazioni di squilibrio eco-ambientali spesso irreversibili.
Sebbene lo stato generale di degrado del costone non abbia consentito l’adozione di una tipologia di intervento ispirata esclusivamente alle tecniche proprie dell’ingegneria naturalistica, è risultata decisamente proficua la combinazione di interventi più propriamente "strutturali" con altri che ne hanno consentito la perfetta integrazione ambientale.

    specifiche

  • Interventi


  • Restauro conservativo e riqualificazione paesaggistica del fronte a mare
  • Committente


  • MINISTERO BENI E ATTIVITA’ CULTURALI – Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Province di Napoli e Caserta
  • anno
  • 2005
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